Le cerimonie della Festa della Repubblica, ad Anzio come a Nettuno, sono state macchiate dalla decisione dell’Anpi di lasciare la piazza per contestare la presenza tra le Associazioni combattentistiche della Decima Mas. Un fatto che non può non dispiacere soprattutto sull’onda degli interventi delle autorità locali, tutti tesi a ricordare i valori, spesso dimenticati, della solidarietà e dell’uguaglianza sociale. Ad Anzio a prendere per primo la parola è stato l’Arciprete della Chiesa dei Santio Pio e Antonio Francesco Trani. “Il cammino della ripresa e della ricostruzione della Patria non è mai terminato – ha detto – sono valori da difendere ogni giorno per poi poter arrivare a definirci cittadini degni del Vangelo. Preghiamo per un mondo rinnovato nel valore dell’amore, dell’armonia e della pace libero da ogni forma di oppressione. Abitiamo nella pace con tutti i nostri fratelli, anche quelli che vengono da lontano”. Significativo anche l’intervento del Sindaco Luciano Bruschini, che ha parlato della parità di genere, ancora da conquistare, del valore dell’accoglienza e ha citato Piero Calamandrei, uno dei padri della Costituzione. “Gli uomini e soprattutto le donne italiane – ha detto – scegliendo la Repubblica hanno conquistato un senso pieno di autonomia e si sono sottratte al controllo e alla subordinazione maschile. Tanto è stato fatto ma la parità è ancora da acquisire. La nostra Costituzione – ha aggiunto – è in parte in realtà in parte ancora da realizzare. Ricordo con le parole di Calamandrei che la Repubblica è il testamento di centomila italiani morti, li è nata e li possiamo vederla dov’è seppellito ognuno degli italiani morti. Se guardiamo al passato possiamo costruire un futuro migliore. Solo uniti, insieme a chi viene da un altro Paese a rischio della vita per vivere un sogno di libertà deve trovare spazio qui da noi. Solo 10 giorni fa abbiamo festeggiato il centenario della prima guerra mondiale e oggi, due giugno, è la Festa di tutti gli italiani. Viva Anzio, viva l’Italia, viva la Repubblica”.