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Covid, gli amministratori di condominio: “Le riunioni finalmente sospese”

“Per Amministratori Professionisti, l’attuale situazione pandemica del Paese è abbastanza pesante. Troppi rischi, diciamo Stop alle Assemblee condominiali in presenza dove si mette a rischio la vita dei nostri Condomini e di tutti coloro che ruotano intorno alla figura dell’amministratore”. Ad affermarlo Paolo Caprasecca (Presidente nazionale Associazione Amministratori Professionisti). “Siamo sorpresi e stupiti – spiega – da risposte a faq governative che le assemblee possano essere convocate, senza sapere le norme condominiali. Cosa accadrà se gli Amministratori convocassero le assemblee? Di chi sarà la responsabilità di eventuali ulteriori contagi?”. “Del resto, i numerosi provvedimenti anti-Covid 19, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus, ha vietato, per l’intero territorio nazionale, ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, ma anche privati”.
Dopo le proteste della categoria, il Governo ha deciso di intervenire. Sono state sospese le Assemblee in presenza nelle zone rosse.
Nelle faq poste a chiarimento del nuovo DPCM del 4 novembre 2020 viene quindi stabilito che è fortemente consigliato svolgere la riunione dell’assemblea in modalità a distanza. Laddove ciò non sia possibile, per lo svolgimento in presenza occorre rispettare le disposizioni in materia di distanziamento sociale e uso dei dispositivi di protezione individuale.
Tuttavia si deve ritenere che nelle zone rosse non si possa convocare riunioni in presenza: in caso contrario, infatti, le delibere sarebbero radicalmente nulle per violazione delle norme anti-covid, mentre amministratore e condomini sarebbero soggetti a sanzioni penali e amministrative. Nelle zone rosse invece sono  possibili solo ed esclusivamente assemblee in streaming, anche senza il consenso preventivo di tutti i condomini, consenso che è richiesto solo qualora vi sia la possibilità sia di una riunione in presenza sia di una teleassemblea. Del resto, il consenso unanime preventivo alla partecipazione all’assemblea in modalità di videoconferenza, stabilito dal comma 6 dell’art. 66, disp. att. c.c., sembra una prescrizione di legge in senso formale che non rivela, però, alcuna reale attitudine ad esprimere norme (in tal senso A.Scarpa); di conseguenza dovrebbe essere eliminato dal testo di legge, favorendo in questo periodo difficile, ma anche in futuro, le più moderne e sicure teleassemblee.

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Pubblicato da
ilclandestinogiornale