Calcio e integrazione, la storia dell’Atletico Pop United

Un calcio ad un pallone per superare le barriere del razzismo ed arrivare all’integrazione. Questo è il sogno dei ragazzi della Core Rete Solidale che lavorano a stretto contatto con i rifugiati presenti sul territorio di Anzio e Nettuno che rappresentano anche un esempio di come il calcio possa avere una valenza sociale determinante, nonostante i fatti di cronaca che hanno investito in questa settimana il mondo del pallone. Dapprima il lavoro di questo ragazzi ha riguardato soprattutto la prima accoglienza, poi sono stati organizzati corsi di lingua presso la scuola San Giacomo e il sostegno legale grazie all’associazione “Senza Confini” di Roma, attività che proseguono tuttora.

Ora l’integrazione passa anche attraverso il linguaggio universale del calcio. Responsabile di questo progetto è Cristiano Castaldi che si occupa per Core Rete Solidale di allenare circa 30 di questi rifugiati dei centri di via dell’Armellino, via Sele e via dei Tinozzi. La squadra si chiama Atletico Pop United ed ha iniziato la sua attività il 1 marzo scorso grazie anche al sostegno di molte società e molti ragazzi di Nettuno che hanno fornito materiali e supporto logistico.

“Il calcio è unificante e per questo abbiamo deciso di creare una squadra per questi ragazzi che non hanno niente – il commento di Cristiano Castaldi – Abbiamo preso contatti con la Figc per cercare di regolarizzare tutte le pratiche e stiamo cercando di ottenere i permessi anche dal comune di Nettuno. Sono tante le società che ci hanno aiutato. Voglio ringraziare l’Aerklima Cretarossa Nettuno che il 25 aprile ci ha ospitato per un’amichevole contro ragazzi di Anzio e Nettuno, Agora Santa Rita, Rimini, Bologna, Lido dei Pini e Falasche che ci hanno inviato il vestiario, così come il negozio Masca’s Sport di via nettunense, e anche il Città di Nettuno che ci ha permesso di allenarci al campo De Franceschi fornendoci anche palloni, paletti e altro materiale. Siamo partiti che i ragazzi giocavano con ciabatte e in pigiama, adesso hanno il vestiario, ma mancano gli scarpini da calcio”.

Quella dell’Atletico Pop United non è l’unico esempio di squadra da calcio composta da immigrati e rifugiati politici per sensibilizzare ed incentivare l’integrazione. A Roma in zona Quadraro vicino al Parco degli Acquedotti si è costituita da tempo la squadra Atletico Diritti che è riuscita addirittura ad iscriversi al campionato di Terza Categoria.

La situazione dell’Atletico Pop United è molto diversa. Si tratta di un progetto appena nato e tutto in divenire che si sta sviluppando tra mille difficoltà. La prima è quella di una struttura fissa che possa ospitare i ragazzi, ma non solo. Un grosso problema è anche la mancanza di mezzi di trasporto che rende difficile ai ragazzi dei centri di raggiungere i compagni per giocare, soprattutto per quelli di via dell’Armellino, che spesso  raggiungono i luoghi di allenamento a piedi.

Chiunque volesse dare il suo contributo con scarpini da calcio usati ed altro materiale, oppure volendo dare una mano in prima persona può contattare l’associazione attraverso la pagina Facebook Core Rete Solidale oppure recarsi presso la sala riunioni ComeQuandoFuoriPiove di via Arcione a Nettuno, oppure scrivendo all’indirizzo coreretesolidale@gmail.com

LA FOTO DI COPERTINA è DI ALESSANDRO FORCONI

Core Rete Solidale porge un ringraziamento a Simona Vitelli e Alessandro Forconi, di Camera Work, per il contributo fotografico